giovedì 13 dicembre 2012

Barb-ieri


Da qualche parte, tempo fa, avevo letto di qualcuno che - ormai anziano - rifletteva sull'ultima volta che aveva fatto i gradini a due a due. Naturalmente non ricordava più quando era stata quell’ultima volta, ma la cosa sicura è che c'era stata e aveva segnato una cesura.

Mi aveva colpito quel concetto, infatti mi capita di pensarci spesso quando faccio le scale. E quindi ogni tanto finisco per farle a due a due così, per ricordarmi di spostare sempre in là quell'ultima volta. Forse ogni tanto anche da vecchio cercherò di fare i gradini a due alla volta: per sfida e per una sorta di rito inutile, perché comunque sono mille i dettagli che ci lasciamo alle spalle un'ultima volta, senza saperlo. 

E così il mese scorso sono stato dal barbiere, dal mio barbiere. Vado lì da quando sono piccolo. Mi sono seduto, taglio, chiacchiere sulla musica e sull’arte (bisogna sapere che il mio barbiere è anche un pittore). Tutto come sempre...
Poi però passa un mese e ieri torno dal mio barbiere, ma questa volta c’è una saracinesca con un cartello: Chiuso per cessata attività. 

Così sono tornato a casa facendo pensieri malinconici sul tempo che passa e sul futuro. In particolare sul futuro dei miei capelli. Sull’onda dell’emozione ho pensato che forse non li taglierò mai più in segno di fedeltà imperitura. Così, se da vecchio cadrò dalle scale, non sarà perché stavo facendo i gradini a due alla volta, ma perché qualche piano più in basso qualcuno mi avrà pestato i capelli...


giovedì 1 novembre 2012


Temevate che Halloween potesse inquinare anche il nostro santo vecchio mondo? Non più! La Chiesa ha finalmente messo in campo la contromossa definitiva per sbaragliare l'avanzata delle tenebre: HolyWin. Negli oratori i bambini arrivano vestiti da santi o papi (purché canonizzati). Deve essere un vero spasso per i bimbi...

E comunque, a parte il fatto che anche Halloween mi ha sempre fatto schifo, ho una perplessità: vi sfido a capire al volo chi festeggia Halloween e chi HolyWin nel caso in cui si presentassero davanti a voi uno vestito da zombie e un altro vestito da San Bartolomeo scuoiato...

domenica 28 ottobre 2012

Ieri ero a suonare a Bergamo nella chiesa di Loreto, chiesa nuovissima e suggestiva il cui soffitto è quello che vedete in foto. L'architetto avrà certamente dato mille significati alla sua opera, ma io continuo a pensare che il messaggio sia inequivocabilmente legato a StarWars: "Cristo vince la morte (nera)".


Per chi non ha nel DNA l'iconografia di Lucas: http://1.bp.blogspot.com/-FMEP1TcjS5U/T2EAqkoCF5I/AAAAAAAABRc/_xoWWGGEktM/s1600/Death-Star-star-wars-4534240-1280-800.jpg

giovedì 27 settembre 2012

Hapax Lego


Ora farò una riflessione di altrissimo livello. 
Sono cresciuto giocando con i Lego. Ci giocherei ancora se le convenzioni sociali non lo impedissero. Ho ancora i miei Lego in cantina, chiusi nella scatola. Sicuramente da lavare e sterilizzare, ma sono ancora tutti lì. Li tengo per i miei figli, nella romantica speranza che a loro non facciano lo stesso effetto che fece a me il Meccano di mio padre. 
Da piccolo ho sempre preferito i Lego ai Playmobil... la ragione era semplicissima: i Playmobil mi rompevano le palle. Erano dei bambolottini e già a guardarli nella scatola mi mettevano noia. I Lego invece... 

Comunque, e senza divagare troppo, arrivo alla riflessione di altissimo livello, anche se vi sarete stupiti di come già fino ad ora si è volato alto. Dunque: sono capitato sul sito della Lego e sono stato catalizzato subito dalla scoperta epifanica della serie “Star Wars”. I film di Lucas infatti hanno rappresentato un altro grande caposaldo educativo della mia infanzia. Il pensiero che ho fatto immediatamente è stato il seguente: “cazzo, magari ci fossero stati i Lego di Star Wars anche allora! Se non altro non avrei usato un accendigas rotto come spada-laser!”. 
Poi ho dato uno sguardo al resto dei prodotti e ho scoperto che ci sono serie Lego per tantissimi altri film: Harry Potter, Il Signore degli Anelli, Batman, Il Settimo Sigillo, Heimat. Eccezionale! Però dopo quei 4 secondi di entusiasmo pascoliano ho visto che c’erano alcune cose che... ecco... insomma. Non è che voglio fare la morale e nemmeno dire cose ovvie del tipo: ah, dove è finita la fantasia che un tempo rinverdiva i pascoli danesi? Nemmeno voglio dire che: ah, ma la Lego che ripiega sui film e sulle facili vendite, non denuncia forse la paura di perdere quote di mercato, non è forse il preludio di un crollo? Ebbene... tutto vero, ma non è questo che mi ha lasciato l’amaro in bocca; c’è ben altro ed è qualcosa che cambia radicalmente la concezione stessa dei Lego e ne sovverte alcune regole che non esito a definire "fondative". 
La prima regola: i mattoncini sono neutri e semplici, come i regoli. La sovversione della regola: ora esiste un massiccio utilizzo di pezzi concepiti esclusivamente per quel dato prodotto, quindi non polivalenti, inutilizzabili in altri contesti, se non per quella data funzione per cui sono nati. In sostanza: pezzi che non possono essere smontati e usati per costruire altro, pezzi con forme troppo particolari per farci altre cose. A onor del vero, questa tendenza era già presente quando giocavo anche io con i Lego, ma ora mi pare davvero abusata. 
La seconda regola è la seguente: gli omini Lego sono sempre identici gli uni agli altri. Le differenze dovevano essere semplicemente accessori(e), ma non sostanziali: quindi tutti alti uguali, tutti con le mani a C, piedi piatti, e tutti rigorosamente musi gialli (non propriamente una società nazista quindi). Sì, potevano avere i baffi o gli occhiali, potevi mettergli cappelli diversi, ma la forma era sempre la stessa: fissa e immutabile. Invece ecco qui la sovversione violenta: le esigenze dei film hanno mutato tutto questo rigore che io ho sempre preso per buono e così ora compaiono senza pudore orecchie allungate e altre amenità per rendere l’omino lego maggiormente aderente a ciò che si è visto nel film. Eppure, a ben pensarci, già allora ci potevano essere le stesse esigenze: ad esempio ricordo che giocavo con un Robin Hood Lego della medesima stazza di Little John, eppure lo accettavo, senza troppi crucci, e anzi non mi ponevo neanche la questione perchè quelle erano le regole del gioco e non poteva essere altrimenti! 

Ed ora mi chiedo: ai piani alti di Legoland, si sono fermati un momento a riflettere prima di buttare al vento le regole che i nostri padri costituenti danesi hanno scritto nelle sacre tavolette di mattoncini colorati? Sinceramente non credo, altrimenti avrebbero capito che una volta superato quel limite e buttate al vento quelle regole, si va in fretta alla deriva. E infatti ecco presentarsi subito l’errore più grave, a mio avviso senza ritorno: ecco comparire personaggi sproporzionati e che non possono essere nient’altro che loro stessi, quindi inutili e inservibili in altri contesti di gioco. Parlo del gigante Hulk oppure del Troll delle miniere di Moria (vedi foto). E purtroppo penso ne sorgeranno altri... 

Insomma, queste scelte commerciali sono di fatto una completa virata rispetto all'idea che era alla base del gioco: molteplicità di utilizzo e sviluppo della fantasia.
Può sembrare una cosa da poco, ma quando ho visto tutto questo ho avuto un netto e amaro pensiero: ecco, stupidi danesi, avete trasformato i Lego in noiosi Playmobil.



giovedì 5 aprile 2012

Fede... Bossi... non c'è che dire: una settimana da ricordare.
Qui invece, in un minuto, la sintesi perfetta di 20 anni da vomito:




Su Bresciaoggi si legge che la Lega bresciana (da Rolfi a Bordonali, da Francesconi a Borghesi) si è subito schierata in difesa di Bossi: «Non è mai stato attratto dal denaro. Ricordate quando Cossiga andò a casa sua e lo trovò a riparare un muretto con le proprie mani?». Accidenti, di fronte a una difesa tanto efficace e definitiva non resta che scusarsi per aver pensato male...

venerdì 2 marzo 2012

"Gente della Libertà"

Signore e Signori ecco qui il nuovo inno del PDL. Come sempre una vera meraviglia...



Mi pare un sapiente incrocio fra questo e questa
Se fossi un militante PDL mi sentirei galvanizzato da così ampi orizzonti culturali...



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iDuomo



A Milano, tempo fa, avevo visto una cosa che mi aveva un po' lasciato perplesso: sul Duomo c'era un enorme cartellone pubblicitario di Transformers III. L'ho fotografato.

Scopro ora che in realtà non si trattava di Transformers, ma solamente di un'anteprima della Quaresima




martedì 28 febbraio 2012

Per me non c'è alcun dubbio: midnight in Turin



"Giulio Einaudi è stato uno dei più prestigiosi editori e illustri uomini di cultura del Novecento. Ricordarlo a 100 anni dalla sua nascita significa ripercorrere un pezzo della nostra storia attraverso un personaggio che ha fatto conoscere straordinarie pagine di letteratura. La mostra, allestita in via Po, è un vero e proprio racconto storico per immagini che illustra la vita dell'editore e lo ritrae insieme ai grandi protagonisti del suo tempo. Giulio Einaudi è stato un uomo di un'intelligenza istintiva straordinaria che ha avuto la capacità e la voglia di occuparsi di capitale umano e culturale, dote che gli ha permesso di scoprire numerosi nuovi talenti".