giovedì 27 settembre 2012

Hapax Lego


Ora farò una riflessione di altrissimo livello. 
Sono cresciuto giocando con i Lego. Ci giocherei ancora se le convenzioni sociali non lo impedissero. Ho ancora i miei Lego in cantina, chiusi nella scatola. Sicuramente da lavare e sterilizzare, ma sono ancora tutti lì. Li tengo per i miei figli, nella romantica speranza che a loro non facciano lo stesso effetto che fece a me il Meccano di mio padre. 
Da piccolo ho sempre preferito i Lego ai Playmobil... la ragione era semplicissima: i Playmobil mi rompevano le palle. Erano dei bambolottini e già a guardarli nella scatola mi mettevano noia. I Lego invece... 

Comunque, e senza divagare troppo, arrivo alla riflessione di altissimo livello, anche se vi sarete stupiti di come già fino ad ora si è volato alto. Dunque: sono capitato sul sito della Lego e sono stato catalizzato subito dalla scoperta epifanica della serie “Star Wars”. I film di Lucas infatti hanno rappresentato un altro grande caposaldo educativo della mia infanzia. Il pensiero che ho fatto immediatamente è stato il seguente: “cazzo, magari ci fossero stati i Lego di Star Wars anche allora! Se non altro non avrei usato un accendigas rotto come spada-laser!”. 
Poi ho dato uno sguardo al resto dei prodotti e ho scoperto che ci sono serie Lego per tantissimi altri film: Harry Potter, Il Signore degli Anelli, Batman, Il Settimo Sigillo, Heimat. Eccezionale! Però dopo quei 4 secondi di entusiasmo pascoliano ho visto che c’erano alcune cose che... ecco... insomma. Non è che voglio fare la morale e nemmeno dire cose ovvie del tipo: ah, dove è finita la fantasia che un tempo rinverdiva i pascoli danesi? Nemmeno voglio dire che: ah, ma la Lego che ripiega sui film e sulle facili vendite, non denuncia forse la paura di perdere quote di mercato, non è forse il preludio di un crollo? Ebbene... tutto vero, ma non è questo che mi ha lasciato l’amaro in bocca; c’è ben altro ed è qualcosa che cambia radicalmente la concezione stessa dei Lego e ne sovverte alcune regole che non esito a definire "fondative". 
La prima regola: i mattoncini sono neutri e semplici, come i regoli. La sovversione della regola: ora esiste un massiccio utilizzo di pezzi concepiti esclusivamente per quel dato prodotto, quindi non polivalenti, inutilizzabili in altri contesti, se non per quella data funzione per cui sono nati. In sostanza: pezzi che non possono essere smontati e usati per costruire altro, pezzi con forme troppo particolari per farci altre cose. A onor del vero, questa tendenza era già presente quando giocavo anche io con i Lego, ma ora mi pare davvero abusata. 
La seconda regola è la seguente: gli omini Lego sono sempre identici gli uni agli altri. Le differenze dovevano essere semplicemente accessori(e), ma non sostanziali: quindi tutti alti uguali, tutti con le mani a C, piedi piatti, e tutti rigorosamente musi gialli (non propriamente una società nazista quindi). Sì, potevano avere i baffi o gli occhiali, potevi mettergli cappelli diversi, ma la forma era sempre la stessa: fissa e immutabile. Invece ecco qui la sovversione violenta: le esigenze dei film hanno mutato tutto questo rigore che io ho sempre preso per buono e così ora compaiono senza pudore orecchie allungate e altre amenità per rendere l’omino lego maggiormente aderente a ciò che si è visto nel film. Eppure, a ben pensarci, già allora ci potevano essere le stesse esigenze: ad esempio ricordo che giocavo con un Robin Hood Lego della medesima stazza di Little John, eppure lo accettavo, senza troppi crucci, e anzi non mi ponevo neanche la questione perchè quelle erano le regole del gioco e non poteva essere altrimenti! 

Ed ora mi chiedo: ai piani alti di Legoland, si sono fermati un momento a riflettere prima di buttare al vento le regole che i nostri padri costituenti danesi hanno scritto nelle sacre tavolette di mattoncini colorati? Sinceramente non credo, altrimenti avrebbero capito che una volta superato quel limite e buttate al vento quelle regole, si va in fretta alla deriva. E infatti ecco presentarsi subito l’errore più grave, a mio avviso senza ritorno: ecco comparire personaggi sproporzionati e che non possono essere nient’altro che loro stessi, quindi inutili e inservibili in altri contesti di gioco. Parlo del gigante Hulk oppure del Troll delle miniere di Moria (vedi foto). E purtroppo penso ne sorgeranno altri... 

Insomma, queste scelte commerciali sono di fatto una completa virata rispetto all'idea che era alla base del gioco: molteplicità di utilizzo e sviluppo della fantasia.
Può sembrare una cosa da poco, ma quando ho visto tutto questo ho avuto un netto e amaro pensiero: ecco, stupidi danesi, avete trasformato i Lego in noiosi Playmobil.