Sono
cresciuto giocando con i Lego. Ci giocherei ancora se le convenzioni
sociali non lo impedissero. Ho ancora i miei Lego in cantina, chiusi
nella scatola. Sicuramente da lavare e sterilizzare, ma sono ancora
tutti lì. Li tengo per i miei figli, nella romantica speranza che a loro
non facciano lo stesso effetto che fece a me il Meccano di mio padre.
Da
piccolo ho sempre preferito i Lego ai Playmobil... la ragione era
semplicissima: i Playmobil mi rompevano le palle. Erano dei bambolottini
e già a guardarli nella scatola mi mettevano noia. I Lego invece...
Comunque,
e senza divagare troppo, arrivo alla riflessione di altissimo livello,
anche se vi sarete stupiti di come già fino ad ora si è volato alto.
Dunque: sono capitato sul sito della Lego e sono stato catalizzato
subito dalla scoperta epifanica della serie “Star Wars”. I film di Lucas
infatti hanno rappresentato un altro grande caposaldo educativo della
mia infanzia. Il pensiero che ho fatto immediatamente è stato il
seguente: “cazzo, magari ci fossero stati i Lego di Star Wars anche
allora! Se non altro non avrei usato un accendigas rotto come
spada-laser!”.
Poi
ho dato uno sguardo al resto dei prodotti e ho scoperto che ci sono
serie Lego per tantissimi altri film: Harry Potter, Il Signore degli
Anelli, Batman, Il Settimo Sigillo, Heimat. Eccezionale! Però dopo quei 4
secondi di entusiasmo pascoliano ho visto che c’erano alcune cose
che... ecco... insomma. Non è che voglio fare la morale e nemmeno dire
cose ovvie del tipo: ah, dove è finita la fantasia che un tempo
rinverdiva i pascoli danesi? Nemmeno voglio dire che: ah, ma la Lego che ripiega sui film e sulle
facili vendite, non denuncia forse la paura di perdere quote di mercato,
non è forse il preludio di un crollo? Ebbene... tutto vero, ma non è
questo che mi ha lasciato l’amaro in bocca; c’è ben altro ed è qualcosa
che cambia radicalmente la concezione stessa dei Lego e ne sovverte
alcune regole che non esito a definire "fondative".
La
prima regola: i mattoncini sono neutri e semplici, come i regoli. La
sovversione della regola: ora esiste un massiccio utilizzo di pezzi
concepiti esclusivamente per quel dato prodotto, quindi non polivalenti,
inutilizzabili in altri contesti, se non per quella data funzione per
cui sono nati. In sostanza: pezzi che non possono essere smontati e
usati per costruire altro, pezzi con forme troppo particolari per farci
altre cose. A onor del vero, questa tendenza era già presente quando
giocavo anche io con i Lego, ma ora mi pare davvero abusata.
La
seconda regola è la seguente: gli omini Lego sono sempre identici gli
uni agli altri. Le differenze dovevano essere semplicemente
accessori(e), ma non sostanziali: quindi tutti alti uguali, tutti con le
mani a C, piedi piatti, e tutti rigorosamente musi gialli (non
propriamente una società nazista quindi). Sì, potevano avere i baffi o
gli occhiali, potevi mettergli cappelli diversi, ma la forma era sempre
la stessa: fissa e immutabile. Invece ecco qui la sovversione violenta:
le esigenze dei film hanno mutato tutto questo rigore che io ho sempre
preso per buono e così ora compaiono senza pudore orecchie allungate e altre amenità per
rendere l’omino lego maggiormente aderente a ciò che si è visto nel
film. Eppure, a ben pensarci, già allora ci potevano essere
le stesse esigenze: ad esempio ricordo che giocavo con un Robin Hood
Lego della medesima stazza di Little John, eppure lo accettavo, senza
troppi crucci, e anzi non mi ponevo neanche la questione perchè quelle
erano le regole del gioco e non poteva essere altrimenti!
Ed
ora mi chiedo: ai piani alti di Legoland, si sono fermati un momento a riflettere prima di buttare al vento
le regole che i nostri padri costituenti danesi hanno scritto nelle
sacre tavolette di mattoncini colorati? Sinceramente non credo, altrimenti avrebbero capito che una volta superato quel limite e buttate al vento quelle regole, si
va in fretta alla deriva. E infatti ecco presentarsi subito l’errore più grave, a mio
avviso senza ritorno: ecco comparire personaggi
sproporzionati e che non possono essere nient’altro che loro stessi, quindi inutili e inservibili in altri contesti di gioco. Parlo del
gigante Hulk oppure del Troll delle miniere di Moria (vedi foto). E purtroppo penso ne
sorgeranno altri...
Insomma, queste scelte commerciali sono di fatto una completa virata rispetto all'idea che era alla base del gioco: molteplicità di utilizzo e sviluppo della fantasia.
Insomma, queste scelte commerciali sono di fatto una completa virata rispetto all'idea che era alla base del gioco: molteplicità di utilizzo e sviluppo della fantasia.